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La vita di Bhaktivinoda Thakur

Oggi si celebra la ricorrenza della nascita di Shrila Bhaktivinoda Thakur, grande Maestro vaishnava. Per ricordare questa eccelsa personalità, potete leggere qui di seguito un estratto da una lezione di Guru Maharaja Shriman Matsyavatara Prabhu.

Da una lezione di Shriman Matsyavatara Prabhu
Sac-cid-ananda Bhaktivinoda Thakur è una grandissima personalità che giganteggia nella storia vaishnava. Come altri Acarya della nostra Tradizione, egli ha lasciato un’impronta ben visibile nel terreno della storia spirituale universale.
Thakur Bhaktivinoda è famoso per aver favorito la diffusione della civiltà vaishnava e averla resa più accessibile alla gente della sua era, compiendo una grande rivoluzione nel linguaggio utilizzato per presentare il messaggio di questa tradizione, contestualizzandola alla sua epoca e facendo ancora di più risplendere la sua grandezza, utilità pratica e universalità. Bhaktivinoda Thakur ha per primo tradotto le opere vaishnava in inglese, offrendo all'occidente la possibilità di conoscere e trarre beneficio da questo tesoro e patrimonio dell’umanità che è la letteratura Bhagavata...

Se non si conosce e non si capisce la storia, non si può neanche comprendere la nostra contemporaneità e tantomeno si possono avere gli strumenti per costruire un futuro migliore.
Senza un'accurata contestualizzazione storica, non si possono comprendere i grandi personaggi della storia, la portata e il valore del loro messaggio e la loro relazione con la contemporaneità.
Bhaktivinoda Thakur nasce nel 1838 in una famiglia aristocratica, benestante, colta, pia, religiosa, in quella parte del subcontinente indiano che nelle carte politiche di oggi è il Bengala occidentale. Il suo nome d'anagrafe era Kedarnath Nath. Storicamente parlando è un uomo di due secoli orsono, ma la sua modernità è ancora oggi un dato di fatto, sotto gli occhi di tutti coloro che hanno approfondito lo studio delle sue opere. L’impronta che egli ha dato alla civiltà vaishnava è tutt’oggi da considerarsi attuale, e non solo: innovatrice.
Nell'epoca in cui Thakur Bhaktivinoda vive, l'India era in piena dominazione inglese, sotto il governo della British Administration, che aveva sottratto il subcontinente indiano all'egemonia della Compagnia delle Indie orientali privata del suo monopolio commerciale e delle funzioni amministrative. Allora l’India era considerata la gemma più preziosa della corona inglese, il cuore dell’Impero britannico, e gli inglesi stavano facendo di Calcutta in particolar modo la loro seconda capitale. La British Administration, per organizzarsi in India in pianta stabile, aveva messo in atto un'opera di conversione religiosa di massa che andava di pari passo con l'egemonizzazione a livello politico. In quest'ottica il governo inglese offriva cariche amministrative agli indiani che si convertivano e nasceva cosi una categoria sociale particolare denominata i “bhadra loka”: una classe privilegiata di indiani, colti, ben educati, che avevano studiato nelle scuole inglesi e che, avendo dichiarato fedeltà alla corona britannica, venivano scelti per assumere cariche dirigenziali ed istituzionali importanti.
Bhaktivinoda Thakur vive in questo contesto e studia allo Scottish Church College di Calcutta. A causa delle concezioni dominanti dell'imperialismo colonialista, la Bhakti veniva allora descritta come una religione primitiva, il Bhagavata Purana veniva presentato come “fancies stories”, storie fantastiche, e solo ciò che era di stampo eurocentrico era considerato di valore.
Bhaktivinoda Thakur a Calcutta, nello Scottish Church College, studia la Bibbia, il Vangelo, filosofi occidentali come August Comte che è il padre del Positivismo, e conosce anche Kant, gli illuministi, Hegel, Marx che sogna una società egalitaria. Bhaktivinoda, giovane e brillante studioso, diventa un esperto conoscitore della religione e filosofia occidentali, ed in seguito comincia ad operare come magistrato per conto della corona britannica.
Quando fu vicino ai quarant'anni, Bhaktivinoda Thakur, capo di una famiglia numerosa con dieci figli, in uno spostamento di lavoro incontra in un villaggio indiano un gruppo di santi vaishnava, il cui leader spirituale lo colpì e affascinò talmente che cominciò ad appassionarsi ferventemente alla Bhakti e a ricercare assiduamente la compagnia dei vaishnava, memore anche dell'educazione e degli insegnamenti ricevuti dalla famiglia. Venendo a conoscere e apprezzando la figura di Shri Caitanya Deva, Bhaktivinoda si mise alla ricerca della Caitanya Caritamrita; così da una comunità di sadhu si fece dare il manoscritto sanscrito e incaricò alcuni brahmani di tradurlo.
Gradualmente Bhaktivinoda modificò la sua vita, le sue abitudini, e cominciò a presentare il Bhagavata Purana come il più grande monumento della Bhakti vaishnava, la Bhagavad-gita come una mirabile opera spirituale con basi profondamente scientifiche, con una conoscenza perfetta dell’uomo e del cosmo. Fece così uno studio sistematico delle opere vaishnava e iniziò a praticare con fervore la Bhakti. Cominciò anche a tenere conferenze sulle opere e sulla civiltà vaishnava, con un linguaggio moderno, penetrante, forte travolgente, ed infine nel 1880 incontrò Jagannath das Babaji, grande santo vaishnava, dal quale ricevette l’iniziazione spirituale.
Bhaktivinoda Thakur mantenne il suo lavoro da magistrato per sostenere la famiglia numerosa e poi perché dalla sua posizione poteva fare molto per diffondere la cultura della Bhakti. Cominciò a contattare tutti coloro con i quali aveva condiviso gli studi e che erano stati condizionati come lui a ritenere che la civiltà dei Purana, la scienza degli Hindu e dei Veda fosse di ben poco valore. Bhaktivinoda Thakur si adoperò per dimostrarne la scientificità, la compiutezza, la continuità e la consistenza sul piano storico, non contrapponendosi all'ideologia corrente britannica ma cercando di portare un messaggio che potesse entrare anche in quel contesto. In questo modo egli ha compiuto un'opera straordinaria, riuscendo ad internazionalizzare la civiltà indovedica, spiegandola con un linguaggio accessibile anche agli occidentali. Cominciò anche a scrivere opuscoli e libri in lingua inglese sulla civiltà vaishnava e a spedirli in tutte le università nel mondo a spese proprie. E' stato trovato uno di questi opuscoli anche alla Macgill University in America.
Bhaktivinoda Thakur si innamorò degli insegnamenti di Shri Caitanya, che divenne la sua principale fonte d'ispirazione, la sua stessa anima. Sognava, sentiva, parlava con nella mente e nel cuore gli insegnamenti di Caitanya Deva. Oltre alla Caitanya Caritamrita, fece tradurre anche il Bhagavata Purana. Ai suoi figli dette nomi vaishnava. Uno di questi, Bimal Prasada, divenne il grande Bhaktisiddhanta Sarasvati, Maestro spirituale di Bhaktivedanta Svami Shrila Prabhupada. Bhaktivinoda Thakur, guida illuminata, organizzò una congregazione chiamata Nama Hatta, il “mercato del santo Nome”, per diffondere le glorie di Krishna-katha e di Harinama Mahamantra.
Bhaktivinoda Thakur s'impegnò anche a ritrovare il luogo di nascita di Shri Caitanya e qui costruì lo Yoga-pita a Lui dedicato.
Shrila Prabhupada aveva un profondo apprezzamento per Bhaktivinoda Thakur e lo descriveva come un devoto eccelso per cultura, visione, grado di purezza e di realizzazione spirituale. Diceva: ho capito forse un quarto di quello che Bhaktivinoda Thakur e Bhaktisiddhanta Sarasvati hanno insegnato.
Questo grande vaishnava è stato ed è anche per me, con le sue opere e con la sua vita, uno dei pilastri della mia visione spirituale e della mia fede.
Bhaktivinoda Thakur scrisse libri bellissimi: Harinama Cintamani, Tatva viveka, Jaiva dharma.
Negli ultimi anni della sua vita, si ritirò a Navadvipa, vicino allo Yoga-pita che lui stesso aveva reso importante luogo di pellegrinaggio, e si raccolse in profonda meditazione, scrivendo opere sulla Bhakti vaishnava e bellissimi inni di lode a Shri Krishna.

“Mi abbandono a Te, Bhaktivinoda, Signore di eternità, conoscenza, beatitudine (era chiamato anche Sac-cid-ananda); a Te che sei manifestazione della potenza divina di Shri Gauranga, a Te che sei famoso per aver preso rifugio in Shrila Rupa Gosvami”.

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