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Utpanna Ekādaśī

UTPANNA EKADASHI

Suta Gosvami disse: “O saggi brahmana, molto tempo fa il Signore Shri Krishna, Dio, la Persona Suprema, narrò le glorie propizie di Shri Ekadashi, e le regole stabilite per ogni digiuno in quel giorno sacro. O migliore tra i brahmana, chiunque ascolti l’origine e le glorie di questi sacri digiuni del giorno di Ekadashi raggiunge direttamente la dimora di Shri Vishnu dopo aver goduto di molti differenti tipi di felicità in questo mondo materiale.”

Arjuna, il figlio di Pritha, chiese al Signore: “O Janardana, quali sono i virtuosi benefici del digiuno completo, del consumare solo la cena, o solo il pranzo, in Ekadashi, e quali sono le regole per osservare i vari giorni di Ekadashi? Ti prego, raccontami tutte queste cose.”

Il Signore Supremo, Krishna, rispose: “O Arjuna, all’inizio dell’inverno, nell’Ekadashi che cade durante la luna calante del mese di Margashirsha (novembre-dicembre), il novizio deve cominciare a praticare il digiuno di Ekadashi. A dashami, il giorno prima di Ekadashi, deve pulirsi i denti con grande cura. Poi, durante l’ottava parte di dashami, proprio mentre il sole sta per tramontare, deve cenare. Il mattino seguente il devoto deve, secondo le regole, fare voto di osservare digiuno. A mezzogiorno deve lavarsi con cura in un fiume, in un lago o in uno stagno. Il bagno nel fiume è quello che purifica maggiormente, poi viene quello nel lago e infine quello nello stagno. Qualora non siano disponibili né fiumi, né laghi, né stagni, ci si può lavare con l’acqua del pozzo. Il devoto dovrebbe cantare questa preghiera, che invoca i nomi di madre Terra: “O Ashvakrante! O Rathakrante! O Vishnukrante! O Vasundhare! O Mritike! O madre Terra! Ti prego, rimuovi tutti i peccati che ho accumulato in tutte le mie vite passate, così che io possa entrare nella sacra dimora del Signore Supremo”. Mentre così prega, il devoto deve spalmarsi il corpo di argilla.

Durante il giorno di digiuno, il devoto non deve parlare con coloro che si sono allontanati dai loro doveri religiosi, con mangiatori di cani, ladri, o ipocriti. Deve evitare anche di parlare coi maldicenti, con coloro che mancano di rispetto agli esseri celesti, alle Scritture vediche o ai brahmana e anche evitare altri tipi di persone malvage, come coloro che hanno rapporti sessuali con donne proibite1, che sono conosciuti come saccheggiatori o che rubano nei templi. Se capitasse di dover parlare con una di queste di persone, o anche solo di vederle nel giorno di Ekadashi, bisogna purificarsi guardando direttamente il sole.

Poi il devoto dovrebbe adorare rispettosamente adorare il Signore, Govinda, con cibi di prima qualità, fiori e così via. Nella casa, dovrebbe offrire al Signore una lampada in pura coscienza devozionale. Dovrebbe anche evitare di dormire durante il giorno, e astenersi completamente dal sesso. Digiunando da ogni cibo e dall’acqua, dovrebbe cantare con gioia le glorie del Signore e suonare strumenti musicali per il Suo piacere tutta la notte. Dopo aver vegliato per tutta la notte con una coscienza pura, dovrebbe distribuire doni in carità a brahmana qualificati, offrendo loro i suoi umili omaggi e chiedendo perdono per le sue offese. Coloro che desiderano seriamente impegnarsi nel servizio di devozione devono considerare le Ekadashi che cadono in luna calante valide quanto quelle in luna crescente. O re, non bisogna mai fare differenza tra questi due tipi di Ekadashi. Ti prego di ascoltarMi mentre ti descrivo i risultati che guadagna chi osserva Ekadashi in questo modo. Né il merito ottenuto bagnandosi nel luogo sacro di Shankhoddhara, dove il Signore uccise il demone Shankhasura, né il merito che si ottiene vedendo il Signore Gadadhara in Persona equivale a un sedicesimo del merito che si ottiene digiunando in Ekadashi. E’ detto che offrendo doni in carità in un lunedì di luna piena, si ottengono centomila volte i risultati che derivano dall’offrire un dono comune. O conquistatore di ricchezze, chi offre la carità nel giorno di shankranti (equinozio), ottiene quattrocentomila volte il risultato comune. Eppure, semplicemente digiunando in Ekadashi, si ottengono tutti questi risultati virtuosi, e anche tutti gli effetti benefici che si possono ottenere a Kurukshetra durante un’eclissi di sole o di luna. Inoltre, l’anima fedele che osserva un digiuno completo di Ekadashi, ottiene un merito cento volte maggiore di compie un ashvamedha yajna (sacrificio del cavallo). Chi osserva perfettamente anche un solo digiuno di Ekadashi, guadagna lo stesso merito di chi nutre centomila mendicanti ogni giorno per sessantamila anni. E una persona che osserva devotamente Ekadashi anche una sola volta, ottiene dieci volte più meriti di chi dona mille mucche in dono ad un brahmana esperto nei Veda. Una persona che nutre un solo brahmacari guadagna un merito dieci volte maggiore di chi nutre dieci degni barhamana nella propria casa. Ma un merito mille volte maggiore di quello di nutrire un brahmacari, va a chi dona della terra a un brahmana rispettabile che si trova nel bisogno, e mille volte maggiore è il merito di chi offre una ragazza vergine in matrimonio a un giovane colto e responsabile. Dieci volte meglio è dare ai bambini una buona educazione nella vita spirituale senza aspettarsi alcun compenso. Ma dieci volte meglio ancora, è dare cereali a chi ha fame. In verità, fare regali ai bisognosi è la cosa migliore di tutte e non c’è mai stata e mai ci sarà carità migliore2. O figlio di Kunti, tutti gli antenati e i deva del cielo si sentono molto soddisfatti quando gli uomini regalano cereali. Ma il merito che si ottiene osservando un digiuno completo in Ekadashi non può essere misurato. O Arjuna, migliore tra tutti i Kuru, i potenti effetti di questo atto virtuoso, sono inconcepibili persino per gli esseri celesti, e metà di questo merito viene ottenuto da chi mangia solo la cena in Ekadashi. Bisogna dunque osservare il digiuno nel giorno del Signore, Hari, che sia digiuno completo o semi-digiuno, mangiando cioè una sola volta a mezzogiorno o alla sera, ma sempre escludendo cereali e leguminose. Le pratiche spirituali che consistono nel vivere in luoghi di pellegrinaggio, nel distribuire regali in carità e celebrare sacrifici del fuoco possono avere valore solo finchè non arriva Ekadashi. Tutti coloro che temono le sofferenze dell’esistenza materiale devono dunque osservare Ekadashi. In Ekadashi non bisogna bere acqua da una conchiglia, andare a caccia o uccidere animali come pesci o maiali. O per rispondere alla tua domanda”. Arjuna chiese allora: “Secondo Te, Signore, mille sacrifici vedici, non riescono ad eguagliare anche un solo digiuno di Ekadashi. Com’è possibile? In che modo il giorno di Ekadashi è diventato il più propizio tra tutti i giorni?”. Il Signore, Shri Krishna, rispose: “ Ti dirò ora in che modo Ekadashi è diventato il giorno che purifica maggiormente. Un tempo, nel Satya yuga, viveva un terribile demone chiamato Mura. Sempre pieno di collera, terrorizzava tutti gli esseri celesti e aveva sconfitto persino Indra, il re del cielo, Vivasvan, il deva del sole, gli otto Vasu3, Brahma, Vayu, deva del vento e Agni, deva del fuoco. Con il suo terribile potere aveva costretto tutti i deva sotto il suo controllo. Indra si recò dunque da Shiva e gli disse: “Siamo tutti caduti dal nostro regno e ora siamo costretti a vagare disperati sulla terra. Signore, come possiamo avere sollievo da questa afflizione? Quale sarà il destino dei deva?”.

Shiva rispose: O migliore tra gli esseri celesti, recati alla dimora di Shri Vishnu che cavalca Garuda. Egli è Jagannatha, il Signore di tutti gli universi e anche il loro rifugio. Inoltre protegge sempre tutte le anime che si sottomettono a Lui”.

Shri Krishna continuò: “O Arjuna, conquistatore di ricchezze, Indra, dopo aver ascoltato il consiglio di Shiva, si diresse con tutti gli esseri celesti nel luogo dove riposa Shri Jagannatha, il Signore dell’universo. Vedendo il Signore che dormiva sulle acque, i deva, guidati da Indra, recitarono a mani giunte queste preghiere: “O Suprema Persona Divina, Ti offriamo senza riserve i nostri omaggi. O Dio dei deva, Tu che sei glorificato dai più grandi dei deva, nemico di tutti i demoni, o Signore dagli occhi di loto, o Madhusudana, Ti preghiamo, proteggici. Terrorizzati dal demone Mura noi deva siamo venuti a prendere rifugio in Te. O Jagannatha, Tu sei Colui che compie ogni cosa e il Creatore di ogni cosa. Tu sei la Madre e il Padre di tutti gli universi. Sei Tu che crei, mantieni e distruggi ogni cosa. Tu sei l’Aiuto supremo per gli esseri celesti, e solo Tu puoi dare loro la pace. Tu e soltanto Tu sei la terra, il cielo e il Benefattore universale. Tu sei Shiva, Brahma e anche Vishnu, Colui che mantiene i tre mondi. Tu sei insieme il deva del sole, della luna e del fuoco. Tu sei il burro chiarificato, l’oblazione, il fuoco sacro, i mantra, i rituali, i sacerdoti e il canto silenzioso del japa. Tu sei il sacrificio stesso, il suo promotore e Colui che gode dei suoi frutti, Dio, la Persona Suprema. Niente di ciò che esiste in questi tre mondi, mobile o immobile, può esistere indipendentemente da Te. O Signore Supremo, Signore dei Signori, Tu proteggi tutti coloro che prendono rifugio in Te. O Yogi supremo, o Supremo mistico, Tu sei il Rifugio di chi ha paura! Ti preghiamo, salvaci e proteggici. Noi esseri celesti siamo stati sconfitti dai demoni, che ci hanno cacciati dal regno celeste. O Signore dell’universo, privati della nostra posizione, ora siamo costretti a vagare su questo pianeta terrestre”. Shri Krishna continuò: dopo aver ascoltato queste parole di Indra e degli altri deva, Shri Vishnu, Dio, la Persona Suprema rispose: “quale demone possiede un potere d’illusione tanto grande da essere stato capace di sconfiggere tutti i deva? Come si chiama e dove vive? Da dove ottiene la sua forza e in cosa trova rifugio? Dimmi tutto Indra, e non temere”. Indra rispose: “O Signore Supremo, Signore dei deva, tu che distruggi la paura nel cuore di Tuoi puri devoti, Tu che sei così buono con i Tuoi fedeli servitori, c’era un tempo un potente demone della dinastia Brahman che si chiamava Nadijanga. Costui era spaventoso oltre ogni dire, completamente dedito a distruggere i deva e generò un figlio infame di nome Mura. La grande capitale di Mura è la città di Candravati. Da quella base il potente e terribile demone Mura ha conquistato il mondo intero e sottomesso al suo potere tutti i deva, cacciandoli dal loro regno celeste. Ha così assunto il ruolo di Indra, il re del cielo, di Agni, il deva del fuoco, di Yama, il deva della morte, di Vayu, il deva del vento, di Isha, Shiva, di Soma, il deva della luna, di Nairti, il deva delle direzioni e di Pashi o Varuna, il deva delle acque. Inoltre ha cominciato ad emanare luce nel ruolo del deva del sole e si è anche trasformato nelle nuvole. Per i deva è impossibile sconfiggerlo. O Shri Vishnu, Ti preghiamo, uccidi questo demone e rendi vittoriosi i deva. Sentendo queste parole pronunciate da Indra, Shri Janardana andò in collera e disse: “O valorosi deva, potete ora marciare tutti insieme su Candravati, la capitale di Mura”. Rincuorati, i deva si riunirono e partirono verso Candravati guidati da Shri Hari. Quando Mura vide avanzare gli esseri celesti, da quel grande demone che era cominciò a mandare terribili ruggiti, imitato da innumerevoli migliaia di altri demoni che brandivano tutti armi scintillanti. I robusti demoni attaccarono gli esseri celesti, che cominciarono a fuggire in tutte le direzioni abbandonando il campo di battaglia. Vedendo che il Signore Supremo, Hrikesha, il Signore dei sensi, era presente sul campo di battaglia, i demoni si lanciarono furibondi contro di Lui brandendo varie armi. Mentre caricavano contro di Lui, il Signore che tiene la spada, il disco e la mazza, li trafisse immediatamente con le sue aguzze frecce avvelenate, così molte centinaia di demoni perirono per mano del Signore. Alla fine il capo dei demoni, Mura, andò ad affrontare il Signore in combattimento. Mura usò i suoi poteri mistici per neutralizzare tutte le armi scagliate dal Signore Supremo, Hrishikesha. In verità per il demone quelle armi erano come una pioggia di fiori. Vedendo che non riusciva a sconfiggere il demone nemmeno con diversi tipi di armi, né quelle che si gettano, né quelle che si tengono in mano, il Signore cominciò a combattere con le Sue stesse mani, forti come mazze ferrate. Il Signore lottò con Mura per mille anni celesti, poi, apparentemente stanco, se ne andò a Badarikashrama. Là, Shri Yogeshvara, il più grande tra tutti gli yogi, il Signore dell’Universo, entrò in una bellissima caverna detta Himavatya per riposare. O Dhananjaya, conquistatore di ricchezze, quella caverna misurava circa 154 chilometri di diametro e aveva una sola entrata. Senza dubbio sono andato là per rifugiarmi e anche per dormire, o figlio di Pandu, perché la battaglia mi aveva molto stancato4. Il demone mi inseguì in quella caverna e vedendoMi addormentato, cominciò a pensare tra sè: “Oggi ucciderò questo grande assassino di demoni, Harì. Mentre il malvagio Mura stava facendo questi piani, dal Mio corpo si manifestò una ragazza dalla carnagione molto luminosa. O figlio di Pandu, Mura vide che questa ragazza portava varie armi scintillanti, ed era pronta a combattere. Sfidato da quella femmina al combattimento, Mura si preparò a combattere con lei ma rimase stupito nel vedere che la ragazza lo attaccava senza dargli tregua. Il re dei demoni allora esclamò: “Chi ha creato questa terribile ragazza piena di collera che combatte contro di me con tanta forza, proprio come un fulmine che mi colpisce ripetutamente”. Con queste parole il demone tornò a scagliarsi sulla ragazza. Improvvisamente quella dea luminosa fece a pezzi tutte le armi di Mura e in un attimo lo privò anche del carro. Allora Mura si gettò su di lei per attaccarla a mani nude, ma appena le fu vicino la ragazza le troncò la testa con grande collera. Così il demone crollò a terra e se ne andò alla dimora di Yamaraja. Gli altri nemici del Signore, disperati e in preda al panico, andarono a nascondersi nei sotterranei di Patala. In quel momento il Signore Supremo si svegliò, vide il demone morto ai Suoi piedi e anche la fanciulla che s’inchinava davanti a Lui a mani giunte. Con il volto atteggiato a stupore, il Signore dell’universo disse: “Chi ha ucciso questo demone malvagio? Mura aveva sconfitto facilmente tutti i deva, i Gandharva e perfino Indra stesso, i compagni di Indra, i Marut e anche i Naga (nota) che regnano sui pianeti inferiori. Aveva sconfitto persino Me, tanto che Mi ero nascosto in questa caverna per la paura. Chi mi ha protetto così misericordiosamente quando sono fuggito dal campo di battaglia per venire a dormire in questa caverna?”. La fanciulla disse: “Sono io che ho ucciso questo demone, dopo essere apparsa dal Tuo corpo trascendentale. In verità, o Signore Supremo, Shri Harì, Mura Ti ha visto dormire e ha cercato di ucciderTi. Comprendendo le intenzioni di questa spina nel fianco dei tre mondi, ho ucciso questo malfattore liberando così tutti i deva dalla paura. Io sono la Tua Maha-shakti, la Tua potenza interna che suscita il terrore nel cuore di tutti i Tuoi nemici. Ho ucciso questo demone che terrorizzava l’universo per proteggere i tre mondi. Ti prego Signore, dimmi perché sei sorpreso di vedere che questo demone è stato ucciso”. Dio, la Persona Suprema disse: “O creatura senza peccato, sono molto contento di vedere che sei stata tu ad uccidere questo re dei demoni. Così facendo hai reso felici e prosperi gli esseri celesti; poiché hai dato gioia a tutti i deva nei tre mondi, Io sono molto soddisfatto di te. O creatura propizia, chiedimi qualsiasi benedizione desideri, anche se fosse molto rara tra i deva. La fanciulla rispose: o Signore, se Tu sei soddisfatto di me e desideri concedermi una benedizione, darmi il potere di liberare dai più grandi peccati la persona che osserva il digiuno in questo giorno. Desidero che la metà dei meriti ottenuti digiunando sarà ottenuta da chi mangia solo la sera (astenendosi però da legumi e cereali) e che lo stesso merito vada a chi mangia soltanto una volta a mezzogiorno. Inoltre desidero che chi osserverà il digiuno completo nel giorno della mia aparizione, controllando i sensi, raggiunga la dimora di Shri Vishnu e vi rimanga per un miliardo di kalpa5, dopo aver goduto di tutti i piaceri di questo mondo. Questa è la benedizione che desidero ottenere dalla Tua misericordia mio Signore. O Shri Janardana, sia che una persona osservi il digiuno completo o mangi solo alla sera o solo a mezzogiorno, Ti prego di concederle la religiosità, la ricchezza e infine la liberazione”. Dio, la Persona Suprema, disse: “O Signora di ogni grazia, ti concedo ciò che mi hai chiesto. Certamente tutti i miei devoti in questo mondo digiuneranno nel tuo giorno e così facendo diventeranno famosi nei tre mondi. Infine verranno a stare con Me nella Mia dimora. Poiché tu sei la mia potenza spirituale e sei apparsa nell’undicesimo giorno della luna calante, il tuo nome sarà Ekadashi. Se una persona digiuna in Ekadashi, Io ridurrò in cenere tutti i suoi peccati e gli concederò la Mia dimora trascendentale. Questi sono i giorni della luna crescente e calante che mi sono particolarmente cari: Tritiya, il terzo giorno, Ashtami, l’ottavo giorno, Navami, il nono giorno, Caturdashi, il quattordicesimo giorno e specialmente Ekadashi, l’undicesimo6. Il merito ottenuto digiunando in Ekadashi è maggiore di quello che si ottiene osservando qualsiasi altro digiuno o recandosi in un luogo di pellegrinaggio, e maggiore perfino di quello che si ottiene offrendo la carità ai brahmana. E ti garantisco solennemente che questa è la verità”. Dopo aver dato le Sue benedizioni alla fanciulla il Signore Supremo scomparve improvvisamente. Da allora il giorno di Ekadashi è diventato il più meritorio e famoso in tutto l’universo. O Arjuna, se una persona osserva scrupolosamente Ekadashi, Io ucciderò tutti i suoi nemici e gli concederò la destinazione suprema. In verità se una persona osserva questo grande digiuno di Ekadashi, in uno dei modi prescritti7, Io annienterò tutti gli ostacoli al suo progresso spirituale e gli concederò la perfezione della vita. Così, o figlio di Pritha, ti ho narrato l’origine di Ekadashi, che da sola annienta ogni peccato. In verità questo giorno è il più meritorio e più potente nel distruggere ogni genere di peccato ed è apparso per il bene di tutti gli esseri dell’universo e per concedere ogni tipo di perfezione. Non bisogna discriminare tra l’Ekadashi di luna crescente e quella di luna calante: entrambe devono essere osservate, o Parta, e non devono essere considerate differenti da Mahadvadashi8. Tutti coloro che digiunano in Ekadashi devono riconoscere che non c’è differenza tra queste due Ekadashi, perché esse coprono lo stesso tithi. Chiunque osservi il digiuno completo in Ekadashi seguendo le regole prescritte raggiungerà la dimora suprema di Shri Vishnu che cavalca Garuda. Gloriosi sono coloro che si dedicano a Shri Vishnu e passano il loro tempo studiando le glorie di Ekadashi. Chi fa voto di non mangiare nulla in Ekadashi ma soltanto il giorno seguente, ottiene lo stesso merito di chi esegue un sacrificio del cavallo. Su questo non c’è dubbio. A Dvadashi, il giorno dopo Ekadashi, bisogna pregare: “O Pundarikaksha, o Signore dagli occhi di loto, ora mangerò. Ti prego, dammi rifugio”. Dopo aver pronunciato queste parole, il saggio devoto dovrebbe offrire dei fiori e dell’acqua ai piedi di loto del Signore e invitarLo a mangiare cantando tre volte il mantra di otto sillabe9. Se il devoto vuole ottenere i frutti del digiuno, deve poi bere dell’acqua presa dal contenitore santificato nel quale ha offerto l’acqua ai piedi di loto del Signore. In Dvadashi bisogna evitare di dormire durante il giorno, di mangiare in casa d’altri, di mangiare più di una volta, di avere rapporti sessuali, di mangiare miele o usare un piatto di ottone, di mangiare urad dhal o di spalmarsi il corpo d’olio. Il devoto deve evitare tutto ciò in Dvadashi; se quel giorno vuole parlare con un fuoricasta deve purificarsi mangiando una foglia di tulasi o un frutto di Amalaki. O migliore tra i re, dal mezzogiorno di Ekadashi fino all’alba di Dvadashi dovrebbe impegnarsi a fare abluzioni, adorare il Signore ed eseguire attività devozionali, come offrire doni in carità e compiere sacrifici del fuoco. Se ci si trova in circostanze difficili e non è possibile rompere adeguatamente il digiuno di Ekadashi si può romperlo bevendo dell’acqua e in seguito si può mangiare senza commettere alcuna colpa. Il devoto di Shri Vishnu che ascolta giorno e notte dalla bocca di un altro devoto questi argomenti perfettamente propizi che riguardano il Signore, sarà elevato al pianeta del Signore e vi risiederà per dieci milioni di kalpa. E chi ascolta anche una sola frase sulle glorie di Ekadashi, viene liberato dalle reazioni dei più grandi peccati, come quello dell’uccisione di un brahmana10, su questo non c’è dubbio. Per tutta l’eternità non ci sarà un modo per adorare Shri Vishnu migliore dell’osservanza del digiuno di Ekadashi.

Così termina la narrazione di Margashirsha-Krishna Ekadashi o Utpanna Ekadashi, tratta dal Bavishya Uttara Purana.

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1 Nella civiltà vedica è proibito avere rapporti sessuali con la propria figlia, madre, sorella, cognata o qualsiasi altra parente.

2 Il Mahabharata afferma: annadau jaladash caiva aturas ca cikitsakas trividham svargam ayati vina yajena bharata. “O Barata, chi distribuisce cereali, acqua da bere, medicine, o assistenza medica ai bisognosi, raggiunge svarga senza compiere alcun tipo di sacrificio”.

3 L’Amara kosha elenca i nomi degli otto Vasu: Dhara, Dhruva, Soma, Aha, Anila, Anala, Pratyusha e Prabhava.

4 Naturalmente non si può parlare di paura o di fatica per il Signore Supremo. Egli finse di essere spaventato e stanco perché questo faceva parte del Suo gioco, in cui doveva apparire Ekadashi Devi.

5 Un kalpa, che costituisce 12 ore di Brahma dura 4.320.000.000 anni. Poiché Krishna afferma nella Bhagavad-gita (VIII.21) “Chi raggiunge la Mia dimora non torna più nel mondo materiale”, se ne deduce che durante il miliardo di kalpa in cui risiede nella dimora di Shri Vishnu, il devoto si dedicherà al servizio devozionale, che lo renderà degno di rimanervi eternamente.

6 Ecco alcuni dei molti giorni di digiuno contemplati nel calendario vedico: Tritiya: ce n’è solo uno e cade nella luna crescente del mese di Vaishakha (aprile-maggio); in questo giorno bisogna adorare il Brahman Supremo e fare il bagno nell’oceano. Ashtami comprende Krishna Janmashtami, Radhashtami e Gopashtami, in cui si digiuna rispettivamente fino a mezzanotte, a mezzogiorno e al crepuscolo. Navami comprende Rama Navami e Ashkaya Navami. Caturdashi comprende Nrsimha-Caturdashi, Annata-caturdashi e Shiva-caturdashi. Ekadashi: tra tutti i giorni di digiuno, questo è il più caro a Krishna. Si può ottenere il merito di tutti i giorni di digiuno osservando Ekadashi una sola volta.

7 I tre metodi raccomandati per osservare Ekadashi sono: digiunare completamente, mangiare una sola volta la sera o a mezzogiorno. Chi vuole mangiare deve comunque astenersi da cereali e legumi.

8 Talvolta, per diverse ragioni astronomiche, Ekadashi deve essere osservata il giorno successivo, Dvadashi. Questa Maha Dvadashi è considerata molto propizia.

9 Il mantra di otto sillabe è: Om namo narayanaya.

10 Chi uccide un brahmana e in seguito ascolta le glorie di Utpanna Ekadashi sarà liberato dalle conseguenze di questo peccato; non bisogna però pensare di poter uccidere un brahmana e restare impuniti purché semplicemente si ascoltino le glorie di Ekadashi. Commettere un peccato in modo così consapevole è certamente un abominio.

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