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Chi fa bene diventa bene

Matsyavatara dasa - Marco Ferrini

catur-vidha bhajante mam
janah sukrtino 'rjuna
arto jijnasur artharthi
jnani ca bharatarshabha

Bhagavad-gita VII.16
 
In questo shloka Krishna spiega che ci sono quattro categorie di persone che vengono a Lui, tutte caratterizzate da una natura sattvica: le definisce persone che fanno il bene (sukritinam). 

Nello shloka precedente aveva indicato altre quattro categorie di persone che non riescono a raggiungerLo e che definisce duskritinam, coloro che hanno un comportamento malvagio. 
Poiché la natura del jiva è tatastha shakti, l'essere può diventare illuminato o ottenebrato a seconda di come si comporta e delle influenze cui si sottopone. Anche la Brihadaranyaka Upanishad spiega il medesimo principio quando afferma: chi fa il bene diventa bene, chi fa il male diventa male. I sukritinam hanno un comune denominatore: desiderano percorrere la via luminosa in ascesa, hanno a cuore il bene e la valorizzazione di tutti, sono trasparenti e veritieri, si predispongono ad affrontare ogni problema con spirito costruttivo. I duskritinam sono invece coloro che hanno scelto il sentiero involutivo, che parlano in maniera mendace e le cui azioni sono volte al male. Nel sedicesimo capitolo della Bhagavad-gita, shloka sesto, Krishna definisce così le persone ottenebrate:

pravrittim ca nivrittim ca
jana na vidur asurah
na shaucam napi cacaro
na satyma teshu vidyate

Bhagavad-gita XVI.6

Non fanno quel che si dovrebbe fare e fanno quel che non si dovrebbe fare, non sono pure, non hanno un retto comportamento, sono duplici ed ingannevoli.
Non considerate un'eccezione la menzogna, l'invidia e gli altri condizionamenti: sono distribuiti nell'atmosfera di Kali come in natura troviamo il ferro o il rame e tanti altri elementi. Dobbiamo avere questo senso di realtà se desideriamo superare gli anartha, senza sottovalutarne la potenza ma predisponendoci al meglio a riconoscerli e a trasformarli. Ogni volta che si costella una struttura luminosa nella nostra personalità, dobbiamo sapere che si crea di pari misura l'ombra, della stessa grandezza e forza. È per questo che nei miti di tutte le grandi tradizioni religiose viene raffigurato lo scontro tra il bene e il male. Nel momento in cui Krishna crea i Deva, insorgono gli asura. Quando Dio crea la schiera degli angeli più belli, il più illuminato tra questi, Lucifero, si corrode per l'invidia e diventa Satana. Ciò avviene a livello cosmico e anche sul piano individuale. Tutte le volte che fate una scelta che vi eleva, che avete un'esperienza spirituale significativa, arriva un'onda uguale e contraria. E' questa la prova che, se superata, ci permette di raggiungere un equilibrio superiore, ma occorre che ci sia ferma volontà di superare i propri limiti. 
Con l'ausilio della conoscenza possiamo accorgerci se stiamo comportandoci bene o male, e molto meglio e molto prima di noi se ne accorgono le persone di coscienza evoluta che ci osservano. Esse ci possono consigliare, stimolare verso l'evoluzione, aiutarci a correggerci, purché noi abbiamo desiderio di porci autenticamente in ascolto. 
Le Scritture spiegano che le deviazioni dal retto sentiero avvengono come causa di errori ripetuti e di un'attitudine trascurata o pervicace nel compierli, così come la nostra evoluzione è il risultato di una serie sistematica di comportamenti eticamente elevati, nobili, finalizzati al nostro ed altrui puro bene. Una sana coscienza autocritica sempre vigile è indispensabile per progredire lungo il sentiero illuminato della liberazione. L'aiuto e il supporto degli altri è fondamentale, poiché non sempre è facile osservarci e capire dove sbagliamo, in quanto i condizionamenti più gravi di cui soffriamo sono proprio quelli di origine inconscia. 
Quando insorge un malessere, un dubbio, una pesantezza, al primo campanello d'allarme dovremmo essere capaci di prendere subito provvedimenti, come quando una spia della nostra auto ci segnala un guasto. Trascurarlo può essere letale. E' per questa ragione che Shrila Rupa Gosvami spiega nell'Upadeshamrita l'importanza di rivelare la mente a persone dalla coscienza elevata. Perché? Perché se c'è qualcosa che in noi non va, in questo modo abbiamo la possibilità di riconoscerlo e adoperarci per risolverlo, viceversa, se ci costruiamo un muro attorno, nel buio della nostra solitudine ci incastriamo sempre più nei nostri cunicoli mentali. Il veleno che teniamo dentro ci distrugge e poi finiamo anche per spargerlo in giro infettando altri con la nostra stessa malattia. Cercando di applicare le indicazioni di Guru, Shastra e Sadhu, è fondamentale che i devoti si curino e si proteggano l'un l'altro, non certo che si avvelenino l'un l'altro. I devoti elevati sono coloro che sanno assorbire il veleno e trasformarlo in amrita, in ambrosia.
Matsyavatara dasa

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