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Diario del Seminario sulla Bhagavad-gita: inizia il Viaggio!

Prabhupada desh, 22 aprile 2011

Siamo da poco arrivati presso la comunità spirituale di Prabhupada desh per partecipare al Seminario di Shrila Gurudeva dedicato alla Bhagavad-gita: “Viaggio alla scoperta della Felicità”. Arrivati, ci accolgono i sorrisi dei devoti, la gioia di ritrovare tante persone care.

“Il tempo è quanto di più prezioso abbiamo. Un'ora o un giorno trascorsi in modo futile non si possono avere indietro né con il denaro, né con qualsiasi altro bene di questo mondo. Ogni creatura ha il tempo contato in una determinata incarnazione. Il suo viaggio può essere evolutivo, e dunque gioioso e affascinante, oppure può essere contrassegnato da degrado e sofferenza, e in questo caso la morte incontrerà una persona che è già morta (dentro) e non lo sa. E' la qualità della nostra coscienza e la conseguente gioia che si sperimenta che misurano la nostra partecipazione alla vita. La gioia spirituale è l'essenza stessa dell'essere (ananda maya bhyasat), e così ognuno di noi è alla ricerca perenne di quella felicità. I disastri arrivano quando andiamo a cercarla nei luoghi sbagliati.

Raccolti in ascolto

E' in questa ricerca della felicità che la Bhagavad-gita si colloca. In questo seminario studieremo il nono canto, dedicato a quella che Shri Krishna definisce la conoscenza più confidenziale. Qui attraverso insegnamenti sublimi, alcuni dei quali appaiono come antinomie che sfidano la logica ordinaria, ci viene presentato un percorso che, anche per coloro che non conoscessero i primi otto canti dell'opera, permette di immergersi subito nel vasto mare dell'essere, alla ricerca del proprio porto sicuro.

Sono insegnamenti che ci inebriano di immagini spirituali, che ci descrivono la potenza e la grandezza di Dio, lo Spirito che tutto muove, il sostegno di ogni essere e di ogni cosa, ed anche l'Amico del cuore di chi Lo cerca con fede e devozione”.

Shrila Gurudeva prosegue spiegandoci l'importanza della giusta predisposizione per trarre vantaggio dall'esperienza del seminario, e ci descrive qual è l'attitudine più idonea per avere una comprensione approfondita degli insegnamenti che Krishna rivela ad Arjuna.


“I contenuti che andremo ad approfondire sono di una forza così straordinaria che, in assenza del giusto “contenitore”per accoglierli, rischierete di vederli sfuggire via come sabbia tra le dita. Se invece fate vostra la giusta attitudine e modalità comportamentale, potrete davvero far tesoro di questa esperienza. Anche se vi trovate a confrontarvi con difficoltà e debolezze, non scoraggiatevi: ognuno di noi è destinato a diventare fuoco stabile e ardente, un fuoco spirituale, che non brucia ma che riscalda e illumina. La Gita ci aiuta a raggiungere questo supremo obiettivo, e lo fa in ognuno dei suoi 700 shloka, in ognuno dei suoi 18 capitoli e in ogni parte di questo nono canto che mi auguro diventi memorabile per ciascuno di voi. Che questo sia un viaggio nelle vostre profondità, che accenda la vostra luce interiore e la mantenga accesa, fino a che ad un certo punto non rimarrà altro che luce. La Gita ci insegna a stabilizzarci su di un piano elevato di consapevolezza, cui partecipa ogni aspetto della persona: i sentimenti vivi e vivaci, l'intelletto acuto e brillante, i sensi che - purificati- raggiungono un ben più alto livello di percezione. In questo stato di coscienza anche la prakriti non è più materia agitata dai campi psichici, ma strumento che funge come una sorta di scala per salire a livelli superiori. Il mondo diventa un laboratorio per fare esperienze evolutive, dunque non solo non è più un ostacolo ma disvela opportunità di ulteriori realizzazioni.

 

Shriman Matsya Avatara Prabhu

Nel nono capitolo della Gita Shri Krishna, dotato di tutti gli attributi del Divino, esprime straordinaria misericordia e tolleranza. Lui che è così in alto, scende in basso, vicino a noi, non appena scorge nel cuore anche solo una buona intenzione. Questo capitolo ci insegna grandi verità, ci esorta ad intravedere, come in filigrana, il disegno e il volere supremo dietro ad ogni evento della vita. Ci offre un sapere metafisico e  scientifico di tale grandiosità che per comprenderlo dobbiamo travalicare e trascendere la nostra umana esperienza e salire a quelle alte vette in cui non ci sostengono le gambe della logica ma le ali dell'ispirazione. L'Essere supremo, Colui che tutto pervade e sostiene (Vishnu), è pronto ad entrare in relazione anche con coloro che conoscono e hanno realizzato solo un miliardesimo della Sua infinita grandiosità ma che desiderano interagire nel gioco universale alla ricerca di Felicità e Amore".

 

Motivati, entusiasti e felici, ci prepariamo al Viaggio. Per progredire, ci spiega il nostro Maestro, dobbiamo munirci di virtù e buoni sentimenti, primo tra tutti la gratitudine, e utilizzarli così come gli scalatori utilizzano chiodi e funi per innalzarsi verso la vetta.

Ci guardiamo attorno e vediamo cari compagni di viaggio, le Divinità che ci concedono le loro benedizioni, un ambiente congeniale per iniziare o proseguire il periglioso ma affascinante viaggio della realizzazione spirituale.


Vostra servitrice,

Madhavipriya dasi


 

 

 

 

 

 

 

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