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La forza dell'Ispirazione

Matsyavatara dasa - Marco Ferrini

Cosa orienta i nostri desideri, pensieri e azioni? Quand'è che siamo fortemente condizionati e quando invece conquistiamo la libertà di scegliere? Quanto siamo influenzati dalla pigrizia e dall’apatia, che trattiene a terra e ci rende prigionieri? Da dove attingiamo la forza di spirito per reagire ed uscire dal nostro torpore? Cosa ci sostiene e suggerisce dal profondo del cuore la giusta soluzione? Cosa muove i nostri passi verso la retta via? Cosa ci conforta nei momenti di tristezza, impedendoci di scivolare nella rassegnazione e buia disperazione?

Domande che mi pongo, riflettendo sul percorso di fede che non sempre é esprimibile a parole, ma è sperimentabile nel vivere e nel sentire, nell’agire e nel superare ogni prova che ci espone ai nostri limiti di esseri umani e, allo stesso tempo, ci offre l'opportunità di riscoprire la nostra natura spirituale. E’ attraverso l’esperienza ben elaborata che s'innalza il nostro livello di consapevolezza, e così ogni errore, ogni sofferenza, ogni apparente punizione o ingiustizia inflitte dalla vita divengono importanti insegnamenti, occasioni di crescita e di evoluzione; se come tali li riconosciamo, li possiamo accettare ed affrontare nel modo più costruttivo possibile.

Qual è la luce che illumina e schiarisce, favorendo questa nuova visione?

Quando gli esseri umani sono dominati dalle cattive abitudini, dagli automatismi mentali e da un ego ingombrante, camminano e brancolano nelle apparenze come orbi che non sanno dove andare, che non fanno che ripercorrere gli stessi passi con timore, senza mai osare a cambiare sentiero, rimanendo sul cammino noto anche se è buio e triste, perché mancano loro il coraggio e la visione per esplorare nuove vie… La paura indebolisce e paralizza, rendendo completamente ciechi. La diffidenza, il sospetto, la collera, l’interpretazione errata di ciò che ascoltiamo, vediamo e percepiamo ci allontanano dagli altri, dalla nostra meta e ci rendono prigionieri di un vortice che risucchia e inghiotte. Alle volte ci illudiamo di poter trovare rifugio in noi stessi e ci isoliamo, soffriamo in silenzio, incapaci di reagire, di affermare la nostra dignità che diamo per persa, altre volte cadiamo in preda ad impulsi violenti e offendiamo e aggrediamo con veemenza, covando rancore e desiderio di vendetta.

Come dominare queste reazioni, come trasformare le emozioni, come armonizzare i conflitti tra il nostro mondo interiore e il mondo esterno, come superare la dicotomia che percepiamo nella nostra ambivalente natura di esseri umani e spirituali?

Come conciliare il giudizio che abbiamo di noi con ciò che vorremmo essere? Come perdonare e imparare ad amare noi stessi per realizzare il sentimento più puro ed elevato che culmina nell'Amore per Dio e per tutte le creature?

A queste domande non ho trovato altra risposta, se non: attraverso la forza dell’ispirazione. Un’ispirazione innata e la cui voce è spesso soffocata dal frastuono delle nostre fantasie e pensieri egoici, ma che riecheggia in noi nei momenti di vuoto e desolazione suggerendo la soluzione. Una voce che diviene sempre più limpida e cristallina quando veniamo educati ad ascoltarla, a riconoscerla sino a vibrare al suo richiamo. Un’educazione che non possiamo apprendere da autodidatti, magari riferendoci a fonti confuse e non autentiche, che non si riferiscono a nessuna tradizione riconosciuta, limitanti a causa della loro origine umana e influenza profanatoria. Questo è il cardine sul quale poggiare per ritrovare la nostra essenza spirituale e divina: riconoscere le debolezze della nostra “troppa umanità”, senza per questo sminuirla o denigrarla, e affidarci alla guida sapiente e amorevole di un Maestro Spirituale.

Come essere certi di avere incontrato e poter riconoscere di fronte a sé il proprio Guru?

Dalla forza dell’ispirazione che promana dai suoi insegnamenti e dal suo modello di vita, che acquieta e interrompe ogni speculazione mentale, che appaga interiormente e rivela la bellezza del nostro sé più profondo, che trasforma i nostri impulsi distruttivi in nuova speranza, alimentata da un modo diverso di essere e sentire, che da mendicanti confusi alla ricerca di amore ci rende persone capaci di amare e donare. Attraverso il Guru intuiamo la portata autentica e il significato vero di amare, e così possiamo accedere a quel sentimento che purifica e decontamina, che lava via le brutture in cui ci siamo infangati, quando eravamo totalmente immersi nel mondo terreno, restituendo limpidezza al nostro intelletto e purezza al cuore per ricondurci alla nostra matrice originaria: a Dio.

“Il vero interesse dell’atman consiste nel liberarsi dall’ignoranza che lo costringe a nascere e a morire ripetutamente. Ciò si ottiene unicamente con l’abbandono a Dio, attraverso il Guru. Senza un’attitudine di amorevole servizio al Signore Supremo, non è possibile distaccarsi completamente dal mondo materiale, né è possibile sviluppare vera conoscenza”. (Bhagavata Purana IV.29.36-37)

Nuove domande emergono, perché nuovo è il processo interiore e il sentimento che lo sostiene. Un gusto, un profumo, un colore, un rasa che contraddistingue il vivere e agire quotidiano, fin quando l’ispirazione lo pervade e lo attraversa giungendo all’anima. E’ l’ispirazione che conduce all’Amore e che favorisce la ricongiunzione a Dio attraverso il Guru, resa possibile dalla nostra trasformazione interiore ispirata dal suo esempio di devoto e innamorato di Dio. Un esempio a cui riferirsi nei momenti di difficoltà, per non perdere il senso dell’umiltà, per non inciampare e cadere. E quando accade, è il Guru l'esempio da seguire per ritrovare la volontà di correggersi e la forza di rialzarsi.

“Il Guru protegge il discepolo, lo illumina, lo ispira, gli fornisce un modello costante per tutta la vita, un modello vivente di comportamento, che non si può trovare altrove. Fornisce spiegazioni, soluzioni a problemi di difficile approccio per il discepolo, che non implicano soltanto conoscenza teorica, ma soprattutto realizzazione spirituale”. (Da “Guru e Discepolo” di Shriman Matsyavatara dasa).

E’ l’ispirazione che possiamo attingere dal comportamento e dagli insegnamenti del Guru che aumenta quella fiducia che poi diviene fede. E’ l’ispirazione che ci stimola a superare i nostri limiti di essere umani, a vedere l’autentica bellezza e dolcezza celate dal velo di Maya, a riscoprire il dialogo e la relazione con il Signore Supremo - Shri Krishna – predisponendoci ad accoglierLo nel cuore come unica fonte di verità a cui riferirsi. Non perché indottrinati, ma perché inondati dalla forza dell’ispirazione del Maestro che abbiamo scelto come modello e che ci conduce a vedere Colui da cui tutto promana. Infine il Tutto lo ritroviamo in noi attraverso di Lui, grazie alla forza della divina ispirazione:

“Questo intero universo è pervaso da Me, nella Mia forma non manifestata. Tutti gli esseri sono in Me, ma Io non sono in loro”. (Bhavagad-gita IX.4)

Con ispirata devozione

Vostra servitrice,

Bhaktin Barbara

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