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La libertà di rinunciare al superfluo

Care devote,
Cari devoti,
Omaggi. Glorie a Shrila Gurudeva e Shrila Prabhupada!
Desidero rendervi partecipi della profonda e lucida riflessione che Guru Maharaja ci ha offerto stamattina, durante il programma spirituale.

Un insegnamento racchiuso non solo nella metafora del sogno, ma nell’esempio che lui stesso ci offre, facendo di ogni minima esperienza occasione di elaborazione per coglierne l’autentico significato. Nulla è lasciato al caso e ogni azione che compiamo va considerata, valutando se la prossima volta potremo fare meglio. Nel sogno, così come nella realtà.
Vostra umile servitrice, BalaRadhya dasi

“Oggi desidero raccontarvi un sogno, dal quale mi sono risvegliato con il desiderio di condividerlo con voi.

Stanotte, ho sognato di trovarmi sotto i portici di una grande città del Nord e attorno a me c’erano molti negozi. Nel sogno, non era ben chiaro di cosa io fossi alla ricerca, ricordo che passeggiavo e osservavo vetrine scintillanti. Commessi dai modi gentili mi invitavano a entrare, ma io mi limitavo a guardare dall’ingresso e proseguivo, non trovando nulla per cui valesse la pena fermarsi. Al risveglio mi sono chiesto il significato di un sogno così nitido e vivace. Mentre sognavo, mi chiedevo quale fosse la motivazione che mi sospingeva innanzi, ma nulla di quanto esposto mi attraeva.Lì per lì mi son detto che è meglio non comprare nulla, finché non abbiamo le idee chiare dei nostri veri bisogni. Questo principio è Il criterio che seguo in ogni aspetto della vita e che dire all’approssimarsi di scelte importanti.
Ricordare e rinnovare le nostre motivazioni di fondo ci rende sempre più consapevoli di cosa realmente desideriamo.
Ogni mattino sento l’ispirazione nel riunirmi con voi a recitare insieme i Santi Nomi, a celebrare Guru Puja, a cantare e danzare di fronte alle Divinità. Quale altra vita potrei desiderare se non questa? Ogni qualvolta vivo in spirito di offerta verso Shrila Prabhupada, mi sento pervadere dalla gratitudine e rinnovo il desiderio di vivere con intensità e continuità la mia relazione con Lui come discepolo.
 
Questo mi riporta a riflettere sul significato del sogno di stanotte: una metafora del mondo, visto come un’infinità di oggetti in esposizione, ove ogni nostra scelta comporta il superamento di prove quotidiane, dal rapporto intimo con Dio, che viene prima di quello verso noi stessi e con gli altri. Quando l'impulso predomina e ci fa deviare dal retto pensiero, quando una parola sfugge o un gesto sgarbato offende, è bene prodigarsi e investire le nostre energie nel riparare ciò che rischiamo danneggiare in modo irreparabile, facendo del nostro meglio. E’ bene agire sempre con la prospettiva di correggerci, senza arrendersi alle manifestazioni improvvise del carattere dominato dal falso ego.
Se restiamo aderenti agli insegnamenti che riceviamo da Guru e Shastra, se coltiviamo un‘attitudine umile e propositiva, possiamo recuperare ogni situazione, imparando a esprimere il meglio di ciò che possiamo offrire. Sono sforzi che ci Rimettono in marcia verso la perfezione. Quando invece ci irrigidiamo, siamo sotto l’influenza del nostro io empirico che reagisce nel timore di essere spodestato. Rinunciare all’orgoglio, all’impermalimento, a ripiegarsi su se stessi escludendo gli altri, è parte di tyaga, la rinuncia. Una rinuncia preliminare, senza la quale non vi è avanzamento spirituale. Rinunciare a un tipo di atteggiamento egoico, richiede una forte predisposizione a lasciarsi educare consapevolmente. La crescita personale non è solo frutto dell’osservanza di rigide regole morali, bensì lo sviluppo della forza di volontà coerente all’obiettivo prefissato: realizzazione. Tyaga significa prendere le distanze dalle vetrine del mondo, senza lasciarsi attrarre quando abbiamo scelto di essere alla ricerca di altro.

L’avventura onirica non ha senso cronologico, non vi è il principio del prima e del dopo, né quello di causa ed effetto. Nel sogno, quel che conta è la qualità del nostro agire e il suo scopo, elevato oppure degradato. Nella vita durante il sogno così come durante lo coscienza di veglia, è necessario avere davanti a sé un obiettivo e un “dativo", qualcuno cui offrire i frutti della nostre azioni.
In tal modo, non agiremo per finalità egoiche, ma ci renderemo utili alla collettività; non avremo bisogno di esibirci in gesti plateali, ma potremo porci con gioia e umiltà al servizio di Dio, per il bene di tutti. Allora, i nostri sforzi appariranno meno gravosi, sostenuti dal desiderio di agire nel modo migliore e poter offrire a nostra volta un modello di vita che contribuisca al bene di tutti.
Avere uno scopo ideale ci favorisce nello svolgere bene e in modo responsabile il compito a cui siamo chiamati. Così consapevoli, dopo tagya potremo sviluppare vairagya, il sano distacco emotivo. Risulterà più facile avvicinarsi alle vetrine, senza subire l'impulso di soggiacere a ciò che ci attrae. Talvolta, capita di sentirsi dire che concedersi uno strappo ogni tanto fa bene; non fatelo, perché in realtà induce una coazione a ripetere. Chi ha fini trascendenti, conoscendone le conseguenze, si dovrebbe astenere dal concederselo.
La vera rinuncia è l’offerta al Signore di ciò che prima desideravamo per piacere. Eviteremo così di essere facili prede di illusioni, senza lasciarsi sedurre dal fascino suadente di Maya. Se manteniamo la nostra coscienza elevata, se ogni pensiero e azione vengono svolti con un sincero sentimento di offerta a Dio, saremo sempre concentrati sul fine supremo: Shri Krishna, l'Uno dal quale siamo promanati, Colui che solo può soddisfare ogni nostro bisogno e desiderio.
 
Shri Caitanya Mahaprabhu sapeva che la vera felicità risiedeva nell'essere in presenza di Dio, avendo sperimentato tutte le sfumature di rasa sino a Viraha Bhakti, l'Amore in assenza dell'Amato. Quel dolce ed elevato sentimento, espansione di Shrimate Radharani, capace di amare in separazione.
Shri Caitanya Mahaprabhu rappresenta il puro devoto che si realizza per misericordia di Shri Krishna, servendo Guru e Vaishnava mentre offre a Dio la propria vita. Una scelta devozionale che gradualmente trasforma l’esistenza incarnata In esperienza spirituale.
Ogni scelta che compiamo porta con sé delle conseguenze e dobbiamo esserne consapevoli.
L'essere umano vive la sua esistenza anelando l'Amore; se orienta la ricerca verso la manifestazione suprema di tale sentimento, non si lascerà distrarre da tutto ciò che ne è falsificazione.
Questa esistenza incarnata, attraverso la pratica del servizio a Dio, ci offre l’opportunità di realizzare la nostra origine ontologica e completare il nostro cammino giungendo alla vera méta, Dio.
Nel mio sogno non sapevo cosa stessi cercando, ma nulla mi attraeva al punto di desiderare di averlo. Una volta sveglio ho pensato che potrebbe essere una metafora di vairagya, che permette di restare indifferenti al fascino del mondo materiale.
Per sviluppare tagya e vairagya, è fondamentale abhyasa, l'impegno costante nella disciplina spirituale.
Gli esercizi spirituali che compiamo al mattino presto sono indispensabili, perché ci permettono di fare l'esperienza di avvicinarsi al nostro vero sé, come in transito verso il Cielo.”

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