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La realizzazione più alta è quella dell'Amore

Sta finendo il Seminario ad Ozzano sulle relazioni...insegnamenti grandi ci sta offrendo il nostro Maestro.

"Nel samadhi oggetto e soggetto partecip­ano della stessa natura simultaneamente ed è questo ciò che avviene quando si costruiscono rapporti di autentico amore. La fusione dell'eros è condizionata dal tempo, mentre nell'amore esiste sì un tempo, ma ben diverso da quello che sperimentiamo ordinariamente: il tempo dell'amore è un infinito presente. Mentre il corpo si trasforma nella corsa accelerata dalla culla alla tomba, il tempo dell'essere – svincolato da qualsiasi struttura di materia – è un eterno presente. Passano i corpi, ma non le relazioni, se siamo custodi qualificati, persone veramente capaci di entrare in contatto con l'altro, con la sua natura divina, valorizzandone le potenzialità. E questo stato dell'essere lo si può sperimentare qui ed ora! Che cosa sarebbe la nostra vita se non fosse “attualizzazione”?

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Krishna spiega nella Bhagavad-gita: “Colui che non è turbato dal mondo e che non turba gli altri, mi è molto caro”. Così si esprime l'Essere supremo colmo di beatitudine, di compassione e amore verso ogni creatura.

Una disposizione interiore volta alla serenità d'animo e all'equanimità ci mette al riparo da  spinte distruttive e auto-distruttive, che sono principalmente causate dall'oscillazione tra i seguenti due poli: l'esaltazione da una parte e la disperazione dall'altra. Lo status di chi riesce ad evitare questi due opposti è definito da Krishna con il termine “nirdvandva”: oltre le dualità.

Per costruire relazioni evolutive, dovremmo diventare liberi dalla pressione degli opposti e trattare tutti con amorevolezza, così come è spiegato nel dodicesimo capitolo della Gita.

E allora come ci si dovrebbe comportare con un serpente, una tigre o uno scorpione? Una persona invidiosa, dicono gli Shastra, è più pericolosa di un serpente, una tigre ed uno scorpione messi assieme.

Anche se una persona si è macchiata di un crimine abominevole, non la dovremmo per questo privare dell a sua dignità, né mai dovremmo perdere la fiducia nella sua scintilla spirituale, nella sua componente ontologica, che potenzialmente è ontogenetica e può produrre lo sviluppo della persona, se questa lo desidera e se noi manteniamo fiducia nella sua natura superiore e se ci comportiamo con lungimiranza, in modo da favorire l'elevazione altrui. Dovremmo trovare la giusta formula per rieducare chicchessia, ovvero chiunque si predisponga a migliorare se stesso.

Etica e felicità sono strettamente collegate. Se ci muoviamo in maniera amorale, qualsiasi piacere che possiamo strappare o rubare, rimarrà un piacere fugace, che verrà subito inghiottito dal tempo e non ci lascerà nessun tesoro, né tantomeno getterà plinti di fondazione per costruire relazioni evolutive. Niente di valore potrà essere costruito sulla base di quel piacere, anzi esso ci lascerà una traccia condizionante, generatrice di sofferenza. Occorre dunque prestare grande attenzione a quel che facciamo, a cosa attiviamo con il nostro comportamento, ed ancor prima con i nostri desideri e pensieri. Ognuno di noi è l'esito delle proprie scelte. È la propria storia. Dovremmo perciò essere ponderati, muoverci cautamente, approfondendo la conoscenza nostra e delle persone con le quali vogliamo entrare in relazione. Ciò è indispensabile se vogliamo che la relazione duri nel tempo e non venga dal tempo risucchiata, lasciando solo macerie.

Se costruiamo sulla base del sé spirituale e dei valori ad esso connessi, possiamo costruire relazioni durature e di valore. Mentre ciò che è collegato alla materia si aggrega e si disgrega, ovvero si struttura e si destruttura nel corso del tempo, lo spirito vive in eterno.

Gli atti di egoismo possono eccitarci ma non ci danno la felicità. L'egoismo ci fa vivere in maniera insulsa, dissennata; esso è il principio stesso del fallimento, perché ci distrae dallo scopo vero della vita, quello che non è portato via dalla fiumana del tempo.

Qualsiasi cosa che possiamo conquistare in questo mondo vale zero se è fatta come fine a se stessa, scollegata dal nostro progetto di realizzazione interiore. Non è tanto importante quel che si fa, ma la modalità, l'attitudine e la motivazione con cui si agisce. Non è tanto importante il ruolo e la posizione della persona, ma la sua volontà di superare i propri limiti. E' la volontà che attualizza le nostre decisioni e le traspone dal piano astratto alla concretezza della nostra vita.

Se operiamo in vista della nostra e altrui realizzazione spirituale, qualsiasi relazione può diventare appagante".

Ieri sera, nell'incontro che abbiamo fatto con i devoti, Shrila Gurudeva ci ha dato un altro insegnamento grande, con il quale desidero per oggi salutarvi:

"Chi si sente già perfetto è perduto. La perfezione è una conquista quotidiana. La realizzazione più alta è quella dell'amore".

Vostra servitrice,

Madhavipriya dasi

 

 

 

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