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Vivere da innamorati di Dio

Care devote,
Cari devoti,

Vi prego di accettare i miei omaggi. Lodi e glorie a Shrila Prabhupada e Shrila Gurudeva!

Siamo in pieno svolgimento del seminario di Shriman Matsyavatara Prabhu a Volterra ("Ascoltando il Mahabharata"), con tante persone speciali partecipi. Le riflessioni mattutine sul Canto dei Santi Nomi si susseguono. Quella che il Maestro ci ha offerto oggi integra quanto detto ieri in merito all’importanza della Sadhana nella vita devozionale. Vi riporto in sintesi il Suo pensiero, che contribuisce ad arricchire e ampliare la nostra visione:

“Il significato della parola sanscrita Sadhana si traduce con “disciplina”. Sadhaka é colui che pratica una vita disciplinata. Possiamo dividere in due macro categorie il genere umano: chi é disciplinato e chi é indisciplinato. La mente di uomini e donne cade sovente in errore nell’interpretare il senso del termine “disciplina”. Non lasciamoci confondere dalle diverse forme di discipline a noi più familiari, quali la disciplina accademica, la disciplina economica, quella igienica, sportiva, etc. Saremmo fuorviati! Ciò a cui mi riferisco è la disciplina spirituale, che ci consente di proteggere e valorizzare la nostra parte interiore più sensibile. Una disciplina davvero speciale, accurata, in quanto ogni dettaglio é studiato da millenni per conseguire l’eccellenza del risultato. Guru, Acarya, uomini e donne dalle vite sante hanno integrato, aggiornato e perfezionato questo sentiero orientando così anche la nostra direzione. Seppur la via possa apparire spianata e illuminata, dobbiamo prepararci ed attrezzarci nell’affrontare la lunga marcia.

Questa disciplina contiene principi etici fondamentali, che da conoscenza astratta possono divenire concreti e reali, trasformandosi in attività a beneficio di tutti. La pratica delle virtù è la più alta forma morale concreta conseguibile dall’essere umano, da cui deriva poi una costruttiva visione del mondo e un’intellettualità autentica, progettuale ed evolutiva. Qualità indispensabili, affinché la componente intellettiva della personalità venga orientata al bene comune. Vi sono state menti malvagie dotate di una notevole intellettualità, che purtroppo è stata mal investita. La pratica della virtù e della conoscenza spirituale è parte fondativa della disciplina sacra per poter dirigere l’intellettualità verso la realizzazione spirituale, producendo enormi benefici per se stessi e per gli altri, per la felicità propria e altrui. Come scrive Shrila Rupa Goswami, la sadhana ci predispone a cantare il Santo Nome del Signore in spirito lieto, con entusiasmo. Così è giunta a noi la testimonianza del puro Canto degli Acarya. Di fatto, Hari Nama Mahamantra richiede di essere sonorizzato, le nostre labbra perciò dovrebbero contribuire a modellare la pronuncia dei Santi Nomi.

Di quando in quando, praticando il canto del santo nome in compagnia dei suoi discepoli, Shrila Prabhupada soleva correggerne alcuni dicendo loro: “Chant properly [the Holy Name]”

La pratica del canto dei Santi Nomi, se osservata con superficialità, potrebbe sembrare eccessivamente facile, ma coloro che vi si dedicano con devozione e dedizione ben conoscono gli ostacoli che si possono incontrare. Come spiegavo ieri, dobbiamo convogliare i pensieri e fissare la mente, come una lente che converge i raggi del sole, sul nostro desiderio di servire Shri Krishna e i suoi innamorati devoti. A Lui, senza riserva alcuna, andrebbe rivolta la nostra affettività, con lo stesso stato d'animo di un antico adagio di Dante: “Amor che nella mente mi ragiona…”.

I Santi Nomi devono sgorgare dal cuore come una calda invocazione. Risulterà dunque impossibile cantare il Nome di Dio rimanendo freddi, distanti e distratti. Per cui risulterebbe un grave errore considerare soltanto il tempo che impieghiamo a completare i sedici giri di Japa quotidiani, piuttosto preoccupiamoci della pronuncia dei Santi Nomi, del flusso continuo di sentimento che vi investiamo e che, attraverso l'attenzione e la devozione, venga purificato dal Canto del Mahamantra. Invochiamo Dio, le Sue benedizioni e la Sua protezione, preghiamo di poterLo servire in spirito di devozione rimanendo in fiduciosa attesa. 

E’ attraverso il servizio devozionale che possiamo attivare la nostra profonda trasformazione interiore.

Per una ben nota legge psicologica, dipendiamo da coloro che serviamo e se costoro sono gente di dubbia condotta, a loro ci assimiliamo. La nostra reale protezione è il servizio al Signore Supremo, con il desiderio intenso di soddisfarLo, manifestando la nostra gratitudine e il nostro Amore. Invochiamolo con tutta l’affettività di cui siamo capaci, abbandoniamoci a Lui mentre cantiamo “Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare, Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.”

Nell’era di Kali, Hari Nama Mahamantra è il supremo canto che garantisce la liberazione spirituale e l'amore per Dio.

Non vi è altro Dharma, se non invocare il nome di Dio:

“Harer nama harer nama harer namaiva kevalam kalau nasty eva nasty eva nasty eva gatir anyatha“

Traduzione: “Per il progresso spirituale in quest’era di Kali non c’è alternativa, non c’è alternativa, non c’è alternativa [al canto del Santo Nome].” 

La pratica di Hari Nama Mahamantra è la colonna portante della nostra religiosità e per la realizzazione spirituale.

Quando in un Mantra viene ripetuta per ben tre volte la stessa affermazione, dobbiamo acuire l'attenzione nell’ascolto e, in questo caso, significa che “Non c'é alternativa, non c'é alternativa, non c'é alternativa”.

Buona parte delle persone nostre contemporanee non è già pronta a questo tipo di visione, che non riesce facilmente a comprendere perché distratta e condizionata dall'ambiente in cui vive, nonostante ciò, tutti coloro che sono mossi dal puro desiderio di conoscere e risolvere la causa della sofferenza propria e altrui, possono avvicinarsi agli effetti prodigiosi del Mahamantra; man mano che viene praticato e portato al centro della propria vita, avviene una rapida trasformazione. La gioia prende dimora presso i nostri cuori, riceviamo in dono un senso di pienezza, di beatitudine e dolcezza tali da non ricercarli più all’esterno, perché già presenti in noi. Allora l’Amore ci inonda, come acqua pura e tumultuosa che proviene da una fonte interiore, inesauribile. Possiamo sperimentarne la dolcezza, la quiete e la gioia

essenziale, entrando in rapporto intimo e ininterrotto con Dio.

Vivere così é possibile, se invochiamo i Santi Nomi del Signore e ne cantiamo con gioia le glorie. Non resta che provare per credere!” (Shriman Matsyavatra Prabhu)

Vostra umile servitrice,

BalaRadhya dasi

 

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