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Vrindavana: In Viaggio per incontrare Dio

Matsyavatara dasa - Marco Ferrini

Vale la pena affrontare la distanza che divide i continenti con molte ore di volo e un lungo tragitto in auto, gravido di tutte le incognite che possono annidarsi e di cui tener conto prima di partire, a fronte di un breve soggiorno nella sacra terra di Vrindavana?
Cercavo una risposta razionale e desistevo dall’affrontare il viaggio, pur soffrendo in cuor mio alla rinuncia, che mi pareva così sensata. Quasi a venire in sostegno a quel recondito desiderio, forse per metterne alla prova l’autenticità, è giunta la soluzione che la sola mente non sarebbe stata in grado di trovare e gestire.

Ormai, l’idea di partire per Vrindavana era remota, sopita dalla pesantezza di tanti, troppi ragionamenti, ma una mattina, mentre ero assorta in meditazione e cantavo i santi nomi, ho sentito la forza dell’invocazione aumentare e insieme a lei il pulsante desiderio di partire che credevo ormai spento e, invece, all’improvviso divampava.
Stavo immaginando di raggiungere Shrila Gurudeva e i devoti in pellegrinaggio, visualizzavo le Murti del Krishna Balaram Mandir e mi vedevo pregare al mattino insieme a loro, quando una voce dal cuore mi ha sussurrato: “Provaci!”
Da quel momento non ho più esitato, non ho più assecondato i pensieri e le difficoltà che la mente mi avrebbe riproposto di lì a poco e ho seguito quelle parole colme di Amore che provenivano dall’ispirazione. Oltre ogni ostacolo si trovava la méta a cui aspiravo: raggiungerla dipendeva da una mia libera scelta. Le catene che mi trattenevano, insieme alle paure e ai condizionamenti, si potevano sciogliere con la speranza unita alla volontà per cogliere quell’opportunità che mi veniva regalata.

“In verità si dice anche che l’uomo è fatto di desiderio; ma quale è il desiderio tale è la volontà, quale è la volontà tale è l’azione, quale è l’azione tale il risultato che ne consegue.” Brihadaranyaka Upanishad IV.4.5

Cito il nostro amato Shrila Gurudeva:

“Le Upanishad ci insegnano che l’uomo non è che desiderio e i saggi sono coloro che hanno realizzato di essere loro stessi , in ultima analisi, responsabile della propria vita, con tutte le gioie e le sofferenze. Lo siamo tutti e comunque, ma la stragrande maggioranza delle persone tende a incolpare altri quando le cose vanno male. Solo facendoci pienamente carico delle nostre responsabilità e prendendo seriamente in mano la nostra vita, possiamo dirigerla con determinazione, lucidità e fiducia verso livelli di verità sempre più elevati".

Le resistenze erano le mie, per quanto le proiettassi sulle circostanze e le persone che pensavo mi avrebbero fatto desistere dal partire. Ho smesso di essere complice di quel lato eccessivamente razionale e ho assecondato l’intuizione, amica del puro desiderio di ricongiungermi ai devoti e a Shrila Gurudeva nel luogo che pervadeva i miei sogni: la sacra terra di Vrindavana.
Il 30 Agosto salivo a bordo dell’aereo che mi avrebbe condotto in India. 
Non so se sia stata più importante l’opportunità del soggiorno donatami per Grazia del divino o quanto appreso attraverso questa modesta realizzazione.

Uno dei primi insegnamenti di cui ho fatto tesoro quando incontrai Shrila Gurudeva era: “Con i nostri pensieri diamo forma al nostro mondo percettivo, affettivo, intellettivo, relazionale. Come un uomo agisce così egli diventa.”

Annotai sul mio diario personale una domanda, alla quale oggi trovo rinnovata risposta.
Tra me e me chiesi: “Ma allora è lecito desiderare? E’ il non-desiderare a fermare tutto e a paralizzare le nostre vite?”.

Shrila Gurudeva spiega:

“Se mettiamo in testa a tutto la ricerca spirituale, l’illuminazione, la libertà dalla morte, conseguiremo lo scopo di una completa, totalizzante realizzazione del divino nell’uomo. Dove immettiamo forti desideri, lì si definiscono gli orientamenti e quel che ne conseguirà. Si ottiene ciò a cui si anela più intensamente, consciamente o inconsciamente, nel bene e nel male.”

Posso condividere e raccontare attraverso le parole le sfumature dei sentimenti e il mio stato d’animo, si può giungere a percepirne il profumo, ma nessuno può comprendere sul mero piano razionale, neanch’io posso farlo, ed è per questo che ho rinunciato a spiegazioni logico-razionali per spiccare il volo sulle ali della Bhakti e della devozione.
Solo una volta giunta a Vrindavana e recatami al tempio per rendere omaggio alle Murti, ho realizzato l’intensità del desiderio che mi aveva portata sin lì, mentre lacrime di commozione all’improvviso scorrevano sul mio viso e ancora lo inumidiscono rivivendo quell’emozione. Ringrazio il Signore per quanto ricevuto in dono e quanto di superfluo mi ha tolto e toglierà ancora, consentendo di avvicinarmi a Lui.

Questo viaggio è stato reso possibile dall’ispirazione di cui Shrila Gurudeva è fonte e per la misericordia divina che ha favorito il pellegrinaggio nel luogo dove tutto ebbe inizio per il nostro Maestro Spirituale quasi 40 anni fa.
Attraverso la Sua testimonianza, i Suoi ricordi, le Sue parole, i Suoi eloquenti silenzi e la Sua stessa commozione, Shrila Prabhupada rivive ancora con noi e per noi.

“L’ardente desiderio di sentire parlare di Dio è la prima qualità richiesta per entrare nel regno spirituale” Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. (Da “Perle di Saggezza” Ed.BBT).

L’ardente desiderio di sentire parlare di Dio, dei Suoi giochi e avventure a Vrindavana, di Shrila Prabhupada e degli Acarya che l’hanno preceduto, ascoltando la voce di Shrila Gurudeva in unione al sentimento che in Lui vibra e si espande, mi ha spinta ad agire nel realizzare questo viaggio e renderà possibile proseguirlo in vita, portando Vrindavana e ciò che rappresenta nel cuore.

Una cara devota che risiede a Vrindavana mi ha raccontato un delizioso aneddoto, in cui si narra quanto Shrila Prabhupada fosse severo e scrupoloso con i Suoi discepoli, ma altrettanto benevolo e amorevole oggi nei nostri confronti, così come un nonno con i propri nipoti.

Di fronte all’esempio di umiltà, salda fede e devozione, gratitudine eterna e profusa sapienza che Shrila Gurudeva incarna, non smetterò mai di ringraziare Shrila Prabhupada per aver formato simili discepoli, esempio di grande ispirazione per tutti noi.
Sapere apprezzare gli insegnamenti che riceviamo attraverso un modello coerente di vita, il cui comportamento dà vigore e valore alle parole, e lasciarsi orientare e guidare nel cammino verso la perfezione spirituale è una scelta individuale. Se noi lo desideriamo intensamente, in modo puro e autentico, non vi sono ostacoli che impediscano il nostro avanzare verso la méta desiderata.

Shriman Matsyavatara Prabhu lo spiega e mai come oggi mi è chiaro il significato:

“Se sappiamo cosa desiderare e come utilizzare la vita, nonostante i nostri limiti psicofisici, possiamo essere felici anche qui e ora. Per grazia divina, vivendo nella prospettiva dell’immortalità e dell’Amore per Dio, possiamo vincere solitudine e sofferenza e sperimentare pienezza e soddisfazione spirituale dovunque e sempre”.

Con il cuore colmo di gratitudine e speranza,

Vostra servitrice

BalaRadhya dasi

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